Esco dal letargo, fine riposo.

L’uscita dall’inverno per l’alveare è un momento di transizione molto importante. La sua riuscita determina l’andamento della stagione produttiva. Si sa, chi ben comincia è a metà dell’opera.
Le giornate si allungano: temperature in aumento e prime disponibilità di polline e nettare sono il segnale per le api che è ora di riprendere le attività. E io con loro, per cui è giunto il momento della...
Prima visita in apiario
Questa ispezione è importante per capire come se passano le api ed eventualmente intervenire per aiutare le famiglie in difficoltà. Voglio verificare che tutto sia ok per la partenza primaverile.
Cosa mi aspetto di trovare?
Presenza di uova e covata per essere sicura che la regina è viva e se la passa bene
Una riserva di miele ancora abbondante
Un buon numero di api operaie attive
Cosa troverò?
Quando gli alveari sono tanti (quest’anno per me circa 200) è normale trovare qualche problema: famiglie orfane, poche api o poche scorte.
Spesso è poco piacevole perché significa ammettere di aver fatto errori o comunque accettare la perdita di un alveare.

È in questi casi che devo intervenire: se la famiglia è orfana non posso abbandonarla al suo destino, ma posso darle una regina o unirla con un’altra famiglia. Se le scorte alimentari scarseggiano posso somministrare candito o favi con miele.
Cosa farò?
Una volta controllata la forza della famiglia, se tutto va bene allora posso “stringere” lo spazio a disposizione delle api (per farlo si spostano i favi all’interno dell’arnia e si mettono appositi favi detti diaframma), in modo che la covata sia ben raggruppata su pochi favi e possa essere meglio scaldata e
nutrita dalle api. Da adesso in poi sarà tutto un lavoro a “fisarmonica”, uno stringere o allargare (togliere o mettere favi) per aiutare famiglia nel suo sviluppo e per arrivare al raccolto dell’acacia con più api possibili.